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Attraversando l’Italia. L’Alto Adige chiama, la Sicilia risponde

Rafting Tutti 1Trent’anni fa iniziò la sua attività con un solo gommone, tanta voglia di fare ma pochissimi mezzi. Oggi Stefano Annese, fondatore di “Acquaterra di Rafting ASD" porta avanti con numeri ben più corposi il rafting in Alto Adige grazie alle due basi situate tra Castelbello e la Val Passiria. Siamo tra Merano e Bolzano e qui si concentrano numerose realtà legate al nostro mondo e in generale a quello degli sport all’aria aperta e a contatto con la natura.  

 

Tra queste c’è anche la realtà fondata da Stefano Annese che oltre al rafting mette a contatto turisti e appassionati con le acque selvagge attraverso kayak, canyoning e molte altre attività tra le quali anche quad e tiro con l’arco. I suoi inizi però furono tutt’altro che scontati. Cresciuto a Merano, Stefano Annese infatti è originario di Catania; e allora noi ci chiediamo, e gli chiediamo il perchè, dalla calda e assolata Sicilia, ha deciso di mettere radici proprio a Merano e di farlo attraverso il rafting?

 

“Merano e queste terre sono bellissime ma è chiaro che non posso dimenticare le mie origini. Il rafting per la prima volta lo scoprii in Sicilia quando conobbi per la prima volta Andrea Gatti - spiega Stefano - Andrea era venuto in Sicilia per partecipare ad un raduno di canoa internazionale che organizzavo nel periodo tra Natale e capodanno. In quell’occasione vennero anche alcuni atleti e amici del Canoa Club Milano con i quali, oltre che di canoa, si parlò anche di rafting. Fu amore a prima vista. Quello stesso inverno decisi di comprare il primo gommone della mia vita e chiesi ad Andrea di tornare in Sicilia un’altra settimana per insegnare a me e a un’altra manciata di amici i primi rudimenti del rafting. Navigammo tra le acque del fiume Salso, in provincia di Enna; un fiume che entra poi nel lago di Pozzillo a Regalbuto e che in alcuni momenti dell’anno tocca punte di difficoltà vicine al terzo-quarto grado. Parliamo di una trentina d’anni fa; eravamo davvero agli inizi ma quell’esperienza mi segnò profondamente tanto che mi spinse, dalla Sicilia, a tornare a Merano e qui, con un solo gommone, ad aprire l’attività”. 

 

Merano, il Passirio. Terra di canoisti e di grandi atleti. Terra di persone esperte e attenti conoscitori del fiume. Come fu l’impatto con questa realtà?

 

“Inizialmente non fu facile - ammette Stefano - ma in poco tempo il rafting divenne un’attività importante anche a Merano. Collaborai con quelli che nel frattempo sono diventati gli amici dello Sport Club Merano e delle varie realtà sul territorio. La canoa, vera e propria istituzione a Merano dal punto di vista agonistico, si è lasciata affiancare progressivamente dal rafting, aperto maggiormente anche al versante della promozione turistica ma per certi versi complementare a kayak e simili. L’intesa da allora è cresciuta e tra Adige e Passirio, oltre alle canoe, da diverso tempo è frequente vedere spesso anche i gommoni da rafting”. 

 

Un legame, quello tra Alto Adige e Sicilia, che proprio per Stefano Annese continua ad essere vivo:

 

“Il rafting in Trentino Alto Adige si pratica con facilità tra la primavera e l’estate, da maggio fino a settembre. In Sicilia le temperature più miti, e il livello d’acqua di alcuni fiumi, permettono di navigare anche in autunno e inverno, tra metà dicembre e fine marzo. Di fatto insomma - spiega Stefano - unendo le due regioni si può praticare rafting tutto l’anno. Quarant’anni fa fondai la prima società di canoa fluviale siciliana, la Società Kayak Alcantara. E proprio tra le gole e i territori dell’Alcantara, tra le province di Catania e Messina, è possibile ancora oggi pagaiare e fare rafting. In Sicilia, proprio sull’Alcantara, in certi periodi dell’anno ci sono una quindicina di chilometri di fiume navigabili. Si può scendere con i gommoni anche nella parte alta del canyon che si sviluppa lungo il fiume Simeto; ma anche lungo il fiume Pollina o nel palermitano, verso Cefalù, dove peraltro è nata anche una realtà che attraverso il rafting permette a turisti e visitatori di avventurarsi tra le gole di Tiberio. I periodi invernali potrebbero essere interessanti anche per organizzare qualche raduno agonistico, con i ragazzi e le ragazze della nazionale azzurra; le strutture ci sono, i fiumi non mancano e le temperature siciliane a dicembre sono decisamente meno rigide rispetto al Nord Italia”. 

 

Chissà che non possa accadere a breve. Aprendo all’aspetto agonistico invece, è inevitabile tornare all’Acquaterra di Rafting ASD che in Alto Adige lavora anche su questo fronte:

 

“Pur essendo votati principalmente all'avviamento al rafting di nuovi praticanti, da qualche anno abbiamo deciso di prendere parte anche a qualche gara di alto livello per metterci alla prova. Non abbiamo al momento un team agonistico stabile ma in futuro potrebbe anche accadere. L’Adigemarathon è una delle iniziative alle quali guardiamo con maggiore attenzione su questo fronte e chissà che in futuro, un passetto alla volta, non ci siano ulteriori opportunità per avventurarsi anche in questo mondo fatto di sfide contro il cronometro e opportunità di classifica”. 

 

Staremo ovviamente a vedere. Pronti a raccontarvi eventuali sviluppi e nuove realtà del nostro straordinario territorio. L’Italia del rafting si racconta, e vuole farsi conoscere. Grazie a Stefano Annese, diviso tra Trentino Alto Adige e Sicilia; ad unire le sue due anime il rafting grazie al quale ognuno di noi, indipendentemente da quali rapide e acque sta solcando, si sente sempre un po’a casa. 

 

Se anche voi volete raccontarci il vostro primo ricordo legato al rafting scriveteci una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Ivrea saluta gli azzurri. Progressi e buone performance sulla Dora

ivrea raduno 2021bBuone impressioni e riscontri positivi in ottica futura per il raduno di Ivrea che ha visto in azione sulla Dora Baltea un buon gruppo di atleti, agli ordini dello staff tecnico azzurro guidato dal DT Paolo Benciolini. Due giorni di allenamenti intensi, a stretto contatto con le rapide dell'impegnativo canale, durante i quali si sono messi tasselli importanti per il resto della stagione:

"Il raduno è andato bene. Ivrea è sempre un campo di allenamento molto performante, che mette a dura prova tutti gli atleti costringendo l’intero gruppo ad un’imponente mole di lavoro - commenta il DT azzurro Paolo Benciolini - abbiamo sfruttato al meglio il tempo a nostra disposizione; per quanto riguarda i vari team, Verona si è confermata in gran forma e le ragazze della Val d’Aosta continuano ad andare molto forte. C’erano degli elementi con qualche problema fisico che fortunatamente stanno ritornando in forma, giorno dopo giorno. Rivedersi assieme, nel rispetto comunque delle normative anticovid, è stato molto entusiasmante anche dal punto di vista emotivo. 

Tornando ai temi tecnici voglio sottolineare altri due aspetti che sono emersi da questa due giorni di allenamenti sulla dora. L’equipaggio misto dei senior sta trovando sempre di più il ritmo giusto e questo è un ulteriore step confortante per il futuro. E guardo con grande attenzione alla crescita degli atleti del pararafting. Anche per loro si è trattato di una prova non semplice e l'equipaggio azzurro del nostro pararafting ha messo in acqua un buon numero di discese con riscontri cronometrici sempre migliori. La sempre più elevata conoscenza del canale, e la capacità di reagire agli imprevisti sono stati ulteriormente allenati". 

Benciolini ha poi guardato ovviamente al futuro, nel cuore di una stagione che promette spettacolo e alla quale l'Italia vuole approcciarsi al meglio:  

"Ovviamente il lavoro da fare non manca e i tempi stringono sempre di più perchè gli appuntamenti importanti si avvicinano. Stiamo cercando di organizzare raduni sempre più ravvicinati, così da seguire con maggior costanza i ragazzi e vederli di più; tra quindici giorni ci sposteremo a Verona con un altro raduno per le squadre nazionali, nella speranza che la situazione pandemica ci possa permettere di ampliare il tutto anche alle squadre non nazionali. Sarebbe importante, sia perchè rappresenterebbe un segnale di distensione, e vorrebbe dire che l’aspetto sanitario sta tornando sotto controllo ed è in fase di miglioramento, sia ovviamente perchè in ambito rafting ci sarebbe la possibilità di avere un confronto con un numero ancora maggiore di atleti ed equipaggi. Staremo comunque a vedere quello che accadrà. Ma già dopo questo weekend di Ivrea le impressioni sono buone e crediamo che la strada intrapresa sia proprio quella giusta". 

ivrea raduno equipaggi

Ferriani, dal rafting ai vertici dello sport mondiale: "Dobbiamo essere camaleonti, non dinosauri"

ivoferrianiGuida rafting ma anche e soprattutto atleta polivalente, ex bobbista italiano e oggi dirigente sportivo e Presidente dell'Associazione delle Federazioni degli sport olimpici invernali (AIOWF). Stiamo parlando di Ivo Ferriani, dal 2010 Presidente inoltre della Federazione Internazionale di Bob e Skeleton (IBSF), membro del Comitato esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale dal 2018 e dallo scorso dicembre eletto all'unanimità Presidente della Associazione delle Federazioni degli sport olimpici invernali (AIOWF).

Agli inizi della sua carriera sportiva ha praticato diversi sport tra cui calcio, atletica, rafting (ex guida di rafting), prima di intraprendere la carriera professionale da bobbista, culminata con la partecipazione ai Giochi Olimpici invernali del 1988 a Calgary, in Canada, nel bob a due.

La World Rafting Federation ha intervistato Ferriani partendo dal concetto di Good Governance, per poi descrivere l'attuale situazione globale dal suo punto di vista.

Presidente Ferriani, qual è la sua definizione di Good Governance?

Innanzitutto non dovremmo parlare di Good Governance ma di Governance in sé. "Good" è una delle proprietà della Governance, probabilmente l'unico principio generale sottinteso, l'aggettivo che caratterizza tutti i suoi aspetti, se propriamente applicati. Molte persone pensano alla Governance come un obiettivo, per questo motivo è spesso riportata insieme a "Good", a cui tendere. La Governance invece non è uno scopo da raggiungere, bensì un processo continuo e un modo di agire, che implica consapevolezza e rispetto di se stessi e degli altri. La (Good) Governance inizia dalla self Governance: prendersi cura di se stessi aumenta la propria consapevolezza e ci permette di immaginare un mondo diverso, vedendo il potenziale di quello attuale. Ogni giorno abbiamo tutti un'opportunità da cogliere, dagli atleti ai presidenti. Abbiamo sempre la possibilità di immaginare una migliore versione di noi stessi, ma se vogliamo realizzarla dobbiamo riflettere sull'effettivo potenziale a disposizione ed incanalarvi le nostre energie. A livello globale, come nel caso delle entità federali, non dovremmo sprecare la world force, ma considerare un vantaggio l'esistenza di diversi punti di vista, costruendo progetti con sostenibilità e trasparenza. La (Good) Governance è una questione di coraggio e pazienza: significa dar forma e progettare la nostra evoluzione; un processo che richiede regole autoimposte e, una volta in comunità, queste regole devono essere comuni e condivise, per poter essere rispettate in tutti i sensi. Infine la (Good) Governance riguarda la qualità, e non la quantità. In particolare l'età non dovrebbe essere considerata direttamente proporzionale alla (buona) esperienza: il potenziale dei giovani non è un'opportunità futura, bensì una chance da cogliere oggi. Dunque, nonostante la direzione top-down della Governance, il nucleo di un movimento sportivo sono gli atleti.

Qual è dunque il ruolo degli atleti nell'ambito della (Good) Governance? Qual è la lezione generale che ci insegna lo sport in questo caso?

Gli atleti, come ho detto, sono il cuore di ogni associazione, federazione e organizzazione sportiva: niente atleti significa niente presenti. Loro sono lo sport e devono essere a conoscenza dei movimenti delle organizzazioni che li rappresentano, considerati ed inclusi nel prendere decisioni non come destinatari, ma come punto di partenza. Lo sport insegna a misurarsi, ad essere misurati e ad accettarne il verdetto. Accresce la nostra consapevolezza, per cui il prendersi cura di se stessi diventa un input. Gli sport di squadra sono ancora più emblematici per quanto riguarda le dinamiche che dovrebbero seguire le organizzazioni in generale: "io" diventa "noi" e l'efficienza in questo modo aumenta a livello esponenziale. Se io impongo delle regole a me stesso e rispetto quelle degli altri allora l'esito non può essere che positivo e il sistema funzionare, esattamente come con le mascherine per il Covid-19: è un circolo vizioso.

In che senso si tratta di un circolo vizioso? Qual è la lezione che ci ha insegnato la pandemia?

Il Covid-19 ha fermato tutto. Se abbiamo riflettuto e riflettiamo al riguardo, ci ha portati ad una maggior coscienza e ricordato di non dare ogni momento per scontato. E' stato e tuttora rappresenta un problema, ma come ogni altro problema dovrebbe essere riconsiderato come un'opportunità di riflessione: dobbiamo accettare il momento per quello che è e scovarne ed apprezzarne le nuove opportunità. Dobbiamo adattarci: andare avanti è sempre positivo, ma ora è strettamente necessario. Se consideriamo questo periodo come una challenge, lo supereremo e con risultati positivi. Il virus ci ricorda che dobbiamo essere camaleonti e non dinosauri, applicando flessibilità e resilienza: due principi che ogni atleta appassionato ha a cuore.

Dovremmo perciò fermarci a pensare ma non pensare di fermarci. Quando questa situazione sarà passata crede che la ripartenza sarà lenta o veloce?

Sarà veloce senza dubbio, le persone hanno bisogno di nutrire il corpo tanto quanto la mente. Nuovi obiettivi verranno stabiliti per ridare speranza e motivazione. Stiamo tutti sentendo la mancanza dello sport e dei calendari gare, ora più che mai, in quanto lo sport è espressione ed aggregazione, libera la mente tramite il corpo. La fiamma dello sport tornerà presto a bruciare e farò del mio meglio per contribuire, ma ricordiamoci che la fiamma ora non è spenta: è soltanto brace, che aspetta di tornare a bruciare.

Ringraziamo calorosamente il Presidente Ferriani per la disponibilità ed il supporto che ha sempre dimostrato nei confronti della nostra comunità del rafting. Infine, parafrasando le sue parole, vi lasciamo con una domanda, che non è "Perché ci sta succedendo tutto questo?" bensì "Che cosa ci sta insegnando?"

Attraversando l'Italia. Tra le rapide della Valsesia con Accadueo Feel River

accadueo sesia7Italia, terra di rafting. Lo dimostrano le numerose realtà che permettono ad atleti esperti, ma anche a semplici turisti e neofiti, di avvicinarsi al mondo delle acque selvagge attraverso uscite amatoriali o discese mozzafiato. Tanti i protagonisti e le persone che lavorano costantemente per far provare l’ebrezza del rafting nel nostro paese; persone, e realtà che vi andremo a raccontare periodicamente.

Iniziamo dalla Valsesia che sarà teatro, l’8 e il 9 maggio, di un doppio evento agonistico inserito nel calendario F.I.Raft e organizzato dalle numerose realtà operanti sul territorio. Tra queste, la Accadueo Feel River Valsesia che ogni anno, da aprile a settembre, regala emozioni ai numerosi turisti e appassionati che decidono di salire in gommone. Simone Arienta è il presidente della compagnia nonché una delle sei guide che compongono lo staff. La sede è a cinque minuti a piedi dal centro di Varallo, in provincia di Vercelli, e oltre al rafting propone anche hydrospeed, canyoning, trekking fluviale e uscite in SUP.

“Siamo una delle realtà che opera in questa valle dove il rafting è approdato oramai diversi anni fa – spiega Simone Arienta – entriamo in azione ad aprile e fino a settembre siamo operativi sul Sesia, fiume il cui livello d’acqua in questo periodo è adeguato alle nostre necessità. Siamo molto attivi sul fronte del turismo ma non perdiamo l’occasione, almeno una volta all’anno, di allestire anche un gommone per prendere parte in maniera amatoriale ad un evento agonistico. Scegliamo il più adatto di noi sei tecnici affiancando poi il resto dell’equipaggio per prendere parte anche a questa iniziativa”.

Forti sul fronte turistico, e a proprio agio comunque anche quando si tratta di diventare agonistici, i tecnici dell’Accadueo Feel River Valsesia, così come tutti gli appassionati di questa valle, guardano con attenzione alla situazione dei livelli d’acqua, sul Sesia ma anche sui suoi principali affluenti. Il ramo principale del fiume, alimentato dall’acqua che arriva dai 2700 metri dei ghiacciai del Monte Rosa, desta meno preoccupazioni rispetto al passato; più problematica invece, e sempre da attenzionare, è la realtà di alcuni affluenti sui quali incombono centrali e dighe con inevitabile calo del livello idrico.

accadueo sesia10“La questione è aperta e la seguiamo. L’acqua per il rafting è vitale e anche per questo mettiamo entusiasmo e determinazione in quello che facciamo con i turisti e con gli appassionati che vengono a trovarci – spiega Arienta, che oltre a presiedere l’Accadueo Feel River Valsesia è anche stato riconfermato in qualità di delegato regionale F.I.Raft per la regione Piemonte – lavoriamo anche su questo fronte, con il territorio e le amministrazioni, non senza difficoltà, per far conoscere e provare il rafting a più persone possibili. “Expo Sport & Salute” a Torino è stata in passato una delle attività che più ci ha coinvolto; una manifestazione gratuita e aperta alle scuole che ci ha permesso di avvicinare anche i più giovani a questo nostro mondo, divertente ed entusiasmante”.

 

L'Italia si raduna a Ivrea. Il DT Benciolini: "Pronti ed entusiasti"

paolobencioliniL’Italia del rafting torna in raduno e lo fa a Ivrea, sulla Dora Baltea. Sabato 6 e domenica 7 febbraio un’ampia selezione di atleti si ritroverà, nel pieno rispetto della normativa antiCovid-19, per mettere ulteriori basi in vista dell’appuntamento iridato in programma a fine giugno in Francia:

“Dopo un 2020 molto difficile per i problemi che tutti conosciamo, ritrovarci assieme sarà davvero emozionante – spiega il DT azzurro Paolo Benciolini – la situazione pandemica ci ha costretto a modificare leggermente anche le modalità con cui ci raduniamo ma già il fatto di tornare in azione ci dà molta carica. Sabato e domenica saranno giorni intensi. I ragazzi e le ragazze del rafting e del para-rafting hanno ovviamente già la mente proiettata al mondiale in Francia; questo è l’obiettivo agonistico di questo 2021 e proprio in ottica iridata abbiamo impostato il lavoro di questa stagione”.

Al mondiale in terra transalpina la squadra italiana punta a partecipare con un totale di 6 gommoni: due con equipaggio maschile, due al femminile e due per il para-rafting. In Francia l’organizzazione è già al lavoro per accogliere al meglio il mondo del rafting.

“Nel 2020 tutti gli eventi internazionali sono stati cancellati e non è stato facile proseguire l’attività – prosegue Benciolini – noi tecnici abbiamo cercato di mantenere il contatto con gli atleti andando direttamente sui campi di allenamento dove hanno lavorato le varie società. Un tour che ci ha visti impegnati per molto tempo, anche nei mesi più difficili, e che ci ha permesso di mantenere comunque un contatto, importante per essere pronti alla ripartenza. Quando c’è stata la possibilità, abbiamo svolto anche dei periodi di allenamento tra la Val d’Aosta, sul fiume Noce e tra le rapide del Passirio, a Merano. Ora Ivrea, la Dora Baltea, e la voglia di ripartire”.

Un raduno particolare, su un canale sempre molto performante: “Con la pandemia in atto le modalità passate dei raduni sono dovute necessariamente cambiare. Ecco perché in questo caso non si tratta di un raduno aperto ma è stato invece limitato ad una rosa, comunque ampia, di atleti di interesse nazionale. Dopo Ivrea, dove contiamo di allenarci intensamente, ci sposteremo successivamente in Calabria per un secondo raduno in attesa delle selezioni che andremo poi a svolgere tra la Valsesia e il fiume Avisio”.

In Francia, ai mondiali, si gareggerà su un fiume, con caratteristiche diverse da quelle che può avere un canale artificiale: “Il campo gara in cui ci giocheremo le medaglie mondiali è un fiume naturale, nel quale comunque è evidente l’intervento dell’uomo. Proprio per questo, anche per i raduni e gli appuntamenti che ci porteranno in Francia, abbiamo scelto di puntare su allenamenti da fare su percorsi simili, riducendo magari rispetto al passato le ore in canale artificiale. Una strategia condivisa che, auspichiamo, ci porterà ad arrivare preparati a fine giugno. Sarà davvero emozionante rivedere i ragazzi dopo tanto tempo, tutti assieme in raduno. Ma attenzione – conclude il DT Benciolini – dopo i primi momenti di emozione ci metteremo subito d’impegno; perché giugno non è lontano e noi vogliamo portare con onore, e il più in alto possibile il nostro tricolore”.

Josè Perurena: "Buona governance fondamentale, rafting in crescita"

perurenaDopo il difficile 2020 con la cancellazione di buona parte degli eventi sportivi a causa del Covid-19, la World Rafting Federation ha incontrato e dialogato con Josè Perurena Lopez, Presidente dell’International Canoe Federation e dell’International World Games Association, oltre che membro del CIO. Perurena, peraltro, da sempre ha collaborato per la crescita del rafting a livello mondiale supportando la World Rafting Federation. In questa intervista, rilasciata alla WRF, Perurena parla di “buon governo” nel mondo dello sport, di sviluppo e collaborazione tra federazioni nazionali e internazionali rivolgendosi direttamente ad atleti, tecnici, dirigenti, sostenitori e appassionati.

Presidente Perurena, secondo la sua esperienza, cosa si intende per “buon governo” dello sport?

“Una buona “governance” è essenziale per il futuro di tutto lo sport. E deve essere basata sulla trasparenza e sul lavoro di squadra. Una Federazione nella quale a decidere è solo una persona non è una buona organizzazione, è controproducente e anacronistico. A mio avviso un dirigente sportivo non dovrebbe restare in carica nello stesso ruolo per più di tre mandati. E il fare squadra, anche a livello dirigenziale, è fondamentale. Il punto centrale deve rimanere l’atleta e non a caso l’Agenda CIO 2020 mette questo proprio tra i suoi obiettivi principali; gli atleti devono essere presenti in ogni organo di governo delle Federazioni internazionali, facendo valere i propri diritti e tenendo fede ai propri doveri.”

Perché applicare oggi questi principi è più che mai fondamentale?

“Perché la società lo esige e ha bisogno di questi principi. Il nostro stile di vita sta cambiando, l'attività sportiva è spesso inserita nella vita quotidiana. Questa richiesta arriva dai social, dai media e dal conseguente aumento di interesse da parte degli atleti che chiedono un controllo più diretto delle proprie attività. È quindi necessario che il buon governo e la trasparenza giochino un ruolo chiave in ogni organizzazione, comprese le federazioni sportive.”

Che cosa si intende per NGB (National Sport Governing Body)e perché se ne parla?

“Sono le federazioni gli organi di governo dello sport in ciascun paese e sono regolate, a loro volta, dagli statuti delle rispettive federazioni internazionali. Alla luce di questo, ogni federazione nazionale deve attuare piani di buon governo e trasparenza nel proprio paese, così da contribuire alla buona “governance” generale. Pertanto prendiamo in considerazione solo le federazioni nazionali riconosciute dai rispettivi governi o comunque dal comitato olimpico; federazioni che devono essere orientate esclusivamente alla pratica sportiva.

Credo che le federazioni nazionali che non rispettano gli statuti delle federazioni internazionali debbano essere separate da tutte le attività internazionali fino a quando non si adattano ad esse. Le federazioni internazionali sono organizzazioni indipendenti e con proprie regole legate a loro volta al Cio e al Gaisf. Il buon governo che parte dall’alto deve poi avere seguito e continuità a tutti i livelli.”

L'implementazione di una serie di principi di buona governance influisce positivamente sulle prestazioni dell'organizzazione? Come?

“Sì, certo, influisce direttamente. Il GAISF sta lavorando a una direttiva per quanto riguarda l'attuazione del buon governo in ogni federazione  internazionale. Abbiamo delle scadenze per adeguarci ai nostri statuti e chi non attua il buon governo non sarà accettato dal Gaisf: è fondamentale per una federazione internazionale includere il buon governo nei suoi statuti. È un processo ambizioso ma se vogliamo mantenere l'unità e l'indipendenza dello sport in tutto il mondo, le federazioni internazionali devono avere regole chiare di buon governo; la maggior parte di noi sta lavorando per attuare queste regole entro le scadenze indicate dal Gaisf.”

Quali sono le maggiori sfide per lo sport nei prossimi anni?

“In questi tempi di pandemia è difficile parlare delle sfide dello sport in generale; la sfida più grande è superare questa pandemia. Tutte le federazioni internazionali hanno annullato la maggior parte degli eventi del 2020 e il nostro obiettivo è tornare a organizzare regolarmente eventi in modo che gli atleti di tutto il mondo possano competere ed esprimere le proprie capacità. Credo che la sfida più grande sia recuperare e aiutare gli atleti, i club e le federazioni nazionali: questa sarà la grande sfida delle federazioni internazionali; dobbiamo trovare il modo per aiutare i nostri affiliati; ci sono Paesi devastati dalla pandemia e abbiamo l'obbligo di aiutarli”.

Cosa vuole dire alla comunità del rafting in merito a questo 2021?

“Voglio dire che possiamo continuare a lavorare allo sviluppo del rafting; hai uno sport magnifico, con un futuro splendido; dove le attività ricreative e sportive si combinano molto bene. Sono sicuro che in breve tempo anche il rafting e la World Rafting Federation saranno riconosciuti dal Gaisf per poi vedere sempre più spesso proprio il rafting nelle competizioni internazionali con l’obiettivo di arrivare ai “cinque cerchi”.

In foto il Presidente Perurena (photo by WRF)