Danilo Barmaz (nella foto alla cerimonia di apertura dei Mondiali 2019), presidente della F.I.Raft. e della World Rafting Federation traccia il bilancio dei primi Campionati Mondiali disputati a Tunceli, Turchia.
Prima di tutto volevo sottolineare il lavoro dei volontari, ben 220 studenti delle università della zona che hanno contribuito in maniera davvero notevole alla riuscita dei mondiali. Poi, per l’Italia, il bilancio è certamente positivo. Gli equipaggi femminili si stanno avvicinando ai team di testa. L’equipaggio di Donne 1 con Lonardi, Massimino, Oberhofer e Tedeschi ha fatto una prestazione magistrale con tre secondi posti lasciando dietro equipaggi di assoluto rilievo come le padrone di casa, e sta colmando il gap che le separava dalle russe, le più forti. Per il nostro equipaggio femminile composto dalle più giovani è stata allo stesso modo un’esperienza importante. Anche i due equipaggi maschili hanno fatto grandi cose se si pensa che c’erano in gara i brasiliani che da dieci anni dominano la scena e che in parecchie gare i nostri sono riusciti a mettere dietro russi e turchi, team di assoluto livello. Soprattutto c’è da tenere presente che gli atleti del team brasiliano sono molto più “vecchi” dei nostri che in qualche caso sono ancora Under 19. Mi viene da dire che il futuro è loro.
Quindi la riorganizzazione della nazionale che ha preso il via due anni fa sta dando i suoi frutti?
Direi che la nazionale funziona benissimo. E bisogna sottolineare che sono rimasti a casa ragazzi dello stesso valore di quelli che sono andati a Tunceli. La competizione per entrare in squadra è fortissima. Ci sono tantissimi giovani super-motivati. E i continui raduni che sono organizzati sono sempre un successo. I numeri continuano a crescere. Insomma, è banale, ma va tutto bene. Due anni fa avevamo una squadra costruita a tavolino, oggi abbiamo quattro-cinque equipaggi di ottimo livello. Merito di tutto lo staff, dai dirigenti con Benedetto Del Zoppo a Paolo Benciolini, il direttore tecnico, alla sua squadra di coach, agli allenatori dei Club. Davvero stanno facendo un grande lavoro.
Passiamo al bilancio del presidente della World Rafting Federation…
Esiste da parte di tutti un grande senso di appartenenza alla World Rafting Federation. Aver impostato la federazione come una grande squadra dove necessita l’aiuto di tutti ha fatto si che ogni componente si muova in maniera positiva: dai presidenti delle federazioni nazionali, agli allenatori, alle squadre. C’è una struttura globale imponente con molta gente che dà il proprio contributo. Inoltre, molte nazioni che fino a poco tempo fa non praticavano il rafting, iniziano a essere movimenti importanti. Per esempio India, Iran, Cile. E ci sono anche i cinesi. Sono venuti a Tunceli, ma non hanno partecipato alle gare, ma il loro ingresso nella federazione è ormai solo una questione burocratica. Insomma, è passato il messaggio che per avere una grande federazione mondiale servono grandi federazioni nazionali. Tutti stanno lavorando nella stessa direzione e in maniera super-positiva. Se penso che la World Rafting Federation è nata solo a gennaio dell’anno scorso, di lavoro, con il conributo di tutti ne è stato fatto molto. Ma molto è ancora da fare.