Guida rafting ma anche e soprattutto atleta polivalente, ex bobbista italiano e oggi dirigente sportivo e Presidente dell'Associazione delle Federazioni degli sport olimpici invernali (AIOWF). Stiamo parlando di Ivo Ferriani, dal 2010 Presidente inoltre della Federazione Internazionale di Bob e Skeleton (IBSF), membro del Comitato esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale dal 2018 e dallo scorso dicembre eletto all'unanimità Presidente della Associazione delle Federazioni degli sport olimpici invernali (AIOWF).
Agli inizi della sua carriera sportiva ha praticato diversi sport tra cui calcio, atletica, rafting (ex guida di rafting), prima di intraprendere la carriera professionale da bobbista, culminata con la partecipazione ai Giochi Olimpici invernali del 1988 a Calgary, in Canada, nel bob a due.
La World Rafting Federation ha intervistato Ferriani partendo dal concetto di Good Governance, per poi descrivere l'attuale situazione globale dal suo punto di vista.
Presidente Ferriani, qual è la sua definizione di Good Governance?
Innanzitutto non dovremmo parlare di Good Governance ma di Governance in sé. "Good" è una delle proprietà della Governance, probabilmente l'unico principio generale sottinteso, l'aggettivo che caratterizza tutti i suoi aspetti, se propriamente applicati. Molte persone pensano alla Governance come un obiettivo, per questo motivo è spesso riportata insieme a "Good", a cui tendere. La Governance invece non è uno scopo da raggiungere, bensì un processo continuo e un modo di agire, che implica consapevolezza e rispetto di se stessi e degli altri. La (Good) Governance inizia dalla self Governance: prendersi cura di se stessi aumenta la propria consapevolezza e ci permette di immaginare un mondo diverso, vedendo il potenziale di quello attuale. Ogni giorno abbiamo tutti un'opportunità da cogliere, dagli atleti ai presidenti. Abbiamo sempre la possibilità di immaginare una migliore versione di noi stessi, ma se vogliamo realizzarla dobbiamo riflettere sull'effettivo potenziale a disposizione ed incanalarvi le nostre energie. A livello globale, come nel caso delle entità federali, non dovremmo sprecare la world force, ma considerare un vantaggio l'esistenza di diversi punti di vista, costruendo progetti con sostenibilità e trasparenza. La (Good) Governance è una questione di coraggio e pazienza: significa dar forma e progettare la nostra evoluzione; un processo che richiede regole autoimposte e, una volta in comunità, queste regole devono essere comuni e condivise, per poter essere rispettate in tutti i sensi. Infine la (Good) Governance riguarda la qualità, e non la quantità. In particolare l'età non dovrebbe essere considerata direttamente proporzionale alla (buona) esperienza: il potenziale dei giovani non è un'opportunità futura, bensì una chance da cogliere oggi. Dunque, nonostante la direzione top-down della Governance, il nucleo di un movimento sportivo sono gli atleti.
Qual è dunque il ruolo degli atleti nell'ambito della (Good) Governance? Qual è la lezione generale che ci insegna lo sport in questo caso?
Gli atleti, come ho detto, sono il cuore di ogni associazione, federazione e organizzazione sportiva: niente atleti significa niente presenti. Loro sono lo sport e devono essere a conoscenza dei movimenti delle organizzazioni che li rappresentano, considerati ed inclusi nel prendere decisioni non come destinatari, ma come punto di partenza. Lo sport insegna a misurarsi, ad essere misurati e ad accettarne il verdetto. Accresce la nostra consapevolezza, per cui il prendersi cura di se stessi diventa un input. Gli sport di squadra sono ancora più emblematici per quanto riguarda le dinamiche che dovrebbero seguire le organizzazioni in generale: "io" diventa "noi" e l'efficienza in questo modo aumenta a livello esponenziale. Se io impongo delle regole a me stesso e rispetto quelle degli altri allora l'esito non può essere che positivo e il sistema funzionare, esattamente come con le mascherine per il Covid-19: è un circolo vizioso.
In che senso si tratta di un circolo vizioso? Qual è la lezione che ci ha insegnato la pandemia?
Il Covid-19 ha fermato tutto. Se abbiamo riflettuto e riflettiamo al riguardo, ci ha portati ad una maggior coscienza e ricordato di non dare ogni momento per scontato. E' stato e tuttora rappresenta un problema, ma come ogni altro problema dovrebbe essere riconsiderato come un'opportunità di riflessione: dobbiamo accettare il momento per quello che è e scovarne ed apprezzarne le nuove opportunità. Dobbiamo adattarci: andare avanti è sempre positivo, ma ora è strettamente necessario. Se consideriamo questo periodo come una challenge, lo supereremo e con risultati positivi. Il virus ci ricorda che dobbiamo essere camaleonti e non dinosauri, applicando flessibilità e resilienza: due principi che ogni atleta appassionato ha a cuore.
Dovremmo perciò fermarci a pensare ma non pensare di fermarci. Quando questa situazione sarà passata crede che la ripartenza sarà lenta o veloce?
Sarà veloce senza dubbio, le persone hanno bisogno di nutrire il corpo tanto quanto la mente. Nuovi obiettivi verranno stabiliti per ridare speranza e motivazione. Stiamo tutti sentendo la mancanza dello sport e dei calendari gare, ora più che mai, in quanto lo sport è espressione ed aggregazione, libera la mente tramite il corpo. La fiamma dello sport tornerà presto a bruciare e farò del mio meglio per contribuire, ma ricordiamoci che la fiamma ora non è spenta: è soltanto brace, che aspetta di tornare a bruciare.
Ringraziamo calorosamente il Presidente Ferriani per la disponibilità ed il supporto che ha sempre dimostrato nei confronti della nostra comunità del rafting. Infine, parafrasando le sue parole, vi lasciamo con una domanda, che non è "Perché ci sta succedendo tutto questo?" bensì "Che cosa ci sta insegnando?"
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Italia, terra di rafting. Lo dimostrano le numerose realtà che permettono ad atleti esperti, ma anche a semplici turisti e neofiti, di avvicinarsi al mondo delle acque selvagge attraverso uscite amatoriali o discese mozzafiato. Tanti i protagonisti e le persone che lavorano costantemente per far provare l’ebrezza del rafting nel nostro paese; persone, e realtà che vi andremo a raccontare periodicamente.
Iniziamo dalla Valsesia che sarà teatro, l’8 e il 9 maggio, di un doppio evento agonistico inserito nel calendario F.I.Raft e organizzato dalle numerose realtà operanti sul territorio. Tra queste, la Accadueo Feel River Valsesia che ogni anno, da aprile a settembre, regala emozioni ai numerosi turisti e appassionati che decidono di salire in gommone. Simone Arienta è il presidente della compagnia nonché una delle sei guide che compongono lo staff. La sede è a cinque minuti a piedi dal centro di Varallo, in provincia di Vercelli, e oltre al rafting propone anche hydrospeed, canyoning, trekking fluviale e uscite in SUP.
“Siamo una delle realtà che opera in questa valle dove il rafting è approdato oramai diversi anni fa – spiega Simone Arienta – entriamo in azione ad aprile e fino a settembre siamo operativi sul Sesia, fiume il cui livello d’acqua in questo periodo è adeguato alle nostre necessità. Siamo molto attivi sul fronte del turismo ma non perdiamo l’occasione, almeno una volta all’anno, di allestire anche un gommone per prendere parte in maniera amatoriale ad un evento agonistico. Scegliamo il più adatto di noi sei tecnici affiancando poi il resto dell’equipaggio per prendere parte anche a questa iniziativa”.
Forti sul fronte turistico, e a proprio agio comunque anche quando si tratta di diventare agonistici, i tecnici dell’Accadueo Feel River Valsesia, così come tutti gli appassionati di questa valle, guardano con attenzione alla situazione dei livelli d’acqua, sul Sesia ma anche sui suoi principali affluenti. Il ramo principale del fiume, alimentato dall’acqua che arriva dai 2700 metri dei ghiacciai del Monte Rosa, desta meno preoccupazioni rispetto al passato; più problematica invece, e sempre da attenzionare, è la realtà di alcuni affluenti sui quali incombono centrali e dighe con inevitabile calo del livello idrico.
“La questione è aperta e la seguiamo. L’acqua per il rafting è vitale e anche per questo mettiamo entusiasmo e determinazione in quello che facciamo con i turisti e con gli appassionati che vengono a trovarci – spiega Arienta, che oltre a presiedere l’Accadueo Feel River Valsesia è anche stato riconfermato in qualità di delegato regionale F.I.Raft per la regione Piemonte – lavoriamo anche su questo fronte, con il territorio e le amministrazioni, non senza difficoltà, per far conoscere e provare il rafting a più persone possibili. “Expo Sport & Salute” a Torino è stata in passato una delle attività che più ci ha coinvolto; una manifestazione gratuita e aperta alle scuole che ci ha permesso di avvicinare anche i più giovani a questo nostro mondo, divertente ed entusiasmante”.
L’Italia del rafting torna in raduno e lo fa a Ivrea, sulla Dora Baltea. Sabato 6 e domenica 7 febbraio un’ampia selezione di atleti si ritroverà, nel pieno rispetto della normativa antiCovid-19, per mettere ulteriori basi in vista dell’appuntamento iridato in programma a fine giugno in Francia:
“Dopo un 2020 molto difficile per i problemi che tutti conosciamo, ritrovarci assieme sarà davvero emozionante – spiega il DT azzurro Paolo Benciolini – la situazione pandemica ci ha costretto a modificare leggermente anche le modalità con cui ci raduniamo ma già il fatto di tornare in azione ci dà molta carica. Sabato e domenica saranno giorni intensi. I ragazzi e le ragazze del rafting e del para-rafting hanno ovviamente già la mente proiettata al mondiale in Francia; questo è l’obiettivo agonistico di questo 2021 e proprio in ottica iridata abbiamo impostato il lavoro di questa stagione”.
Al mondiale in terra transalpina la squadra italiana punta a partecipare con un totale di 6 gommoni: due con equipaggio maschile, due al femminile e due per il para-rafting. In Francia l’organizzazione è già al lavoro per accogliere al meglio il mondo del rafting.
“Nel 2020 tutti gli eventi internazionali sono stati cancellati e non è stato facile proseguire l’attività – prosegue Benciolini – noi tecnici abbiamo cercato di mantenere il contatto con gli atleti andando direttamente sui campi di allenamento dove hanno lavorato le varie società. Un tour che ci ha visti impegnati per molto tempo, anche nei mesi più difficili, e che ci ha permesso di mantenere comunque un contatto, importante per essere pronti alla ripartenza. Quando c’è stata la possibilità, abbiamo svolto anche dei periodi di allenamento tra la Val d’Aosta, sul fiume Noce e tra le rapide del Passirio, a Merano. Ora Ivrea, la Dora Baltea, e la voglia di ripartire”.
Un raduno particolare, su un canale sempre molto performante: “Con la pandemia in atto le modalità passate dei raduni sono dovute necessariamente cambiare. Ecco perché in questo caso non si tratta di un raduno aperto ma è stato invece limitato ad una rosa, comunque ampia, di atleti di interesse nazionale. Dopo Ivrea, dove contiamo di allenarci intensamente, ci sposteremo successivamente in Calabria per un secondo raduno in attesa delle selezioni che andremo poi a svolgere tra la Valsesia e il fiume Avisio”.
In Francia, ai mondiali, si gareggerà su un fiume, con caratteristiche diverse da quelle che può avere un canale artificiale: “Il campo gara in cui ci giocheremo le medaglie mondiali è un fiume naturale, nel quale comunque è evidente l’intervento dell’uomo. Proprio per questo, anche per i raduni e gli appuntamenti che ci porteranno in Francia, abbiamo scelto di puntare su allenamenti da fare su percorsi simili, riducendo magari rispetto al passato le ore in canale artificiale. Una strategia condivisa che, auspichiamo, ci porterà ad arrivare preparati a fine giugno. Sarà davvero emozionante rivedere i ragazzi dopo tanto tempo, tutti assieme in raduno. Ma attenzione – conclude il DT Benciolini – dopo i primi momenti di emozione ci metteremo subito d’impegno; perché giugno non è lontano e noi vogliamo portare con onore, e il più in alto possibile il nostro tricolore”.
Dopo il difficile 2020 con la cancellazione di buona parte degli eventi sportivi a causa del Covid-19, la World Rafting Federation ha incontrato e dialogato con Josè Perurena Lopez, Presidente dell’International Canoe Federation e dell’International World Games Association, oltre che membro del CIO. Perurena, peraltro, da sempre ha collaborato per la crescita del rafting a livello mondiale supportando la World Rafting Federation. In questa intervista, rilasciata alla WRF, Perurena parla di “buon governo” nel mondo dello sport, di sviluppo e collaborazione tra federazioni nazionali e internazionali rivolgendosi direttamente ad atleti, tecnici, dirigenti, sostenitori e appassionati.
Presidente Perurena, secondo la sua esperienza, cosa si intende per “buon governo” dello sport?
“Una buona “governance” è essenziale per il futuro di tutto lo sport. E deve essere basata sulla trasparenza e sul lavoro di squadra. Una Federazione nella quale a decidere è solo una persona non è una buona organizzazione, è controproducente e anacronistico. A mio avviso un dirigente sportivo non dovrebbe restare in carica nello stesso ruolo per più di tre mandati. E il fare squadra, anche a livello dirigenziale, è fondamentale. Il punto centrale deve rimanere l’atleta e non a caso l’Agenda CIO 2020 mette questo proprio tra i suoi obiettivi principali; gli atleti devono essere presenti in ogni organo di governo delle Federazioni internazionali, facendo valere i propri diritti e tenendo fede ai propri doveri.”
Perché applicare oggi questi principi è più che mai fondamentale?
“Perché la società lo esige e ha bisogno di questi principi. Il nostro stile di vita sta cambiando, l'attività sportiva è spesso inserita nella vita quotidiana. Questa richiesta arriva dai social, dai media e dal conseguente aumento di interesse da parte degli atleti che chiedono un controllo più diretto delle proprie attività. È quindi necessario che il buon governo e la trasparenza giochino un ruolo chiave in ogni organizzazione, comprese le federazioni sportive.”
Che cosa si intende per NGB (National Sport Governing Body)e perché se ne parla?
“Sono le federazioni gli organi di governo dello sport in ciascun paese e sono regolate, a loro volta, dagli statuti delle rispettive federazioni internazionali. Alla luce di questo, ogni federazione nazionale deve attuare piani di buon governo e trasparenza nel proprio paese, così da contribuire alla buona “governance” generale. Pertanto prendiamo in considerazione solo le federazioni nazionali riconosciute dai rispettivi governi o comunque dal comitato olimpico; federazioni che devono essere orientate esclusivamente alla pratica sportiva.
Credo che le federazioni nazionali che non rispettano gli statuti delle federazioni internazionali debbano essere separate da tutte le attività internazionali fino a quando non si adattano ad esse. Le federazioni internazionali sono organizzazioni indipendenti e con proprie regole legate a loro volta al Cio e al Gaisf. Il buon governo che parte dall’alto deve poi avere seguito e continuità a tutti i livelli.”
L'implementazione di una serie di principi di buona governance influisce positivamente sulle prestazioni dell'organizzazione? Come?
“Sì, certo, influisce direttamente. Il GAISF sta lavorando a una direttiva per quanto riguarda l'attuazione del buon governo in ogni federazione internazionale. Abbiamo delle scadenze per adeguarci ai nostri statuti e chi non attua il buon governo non sarà accettato dal Gaisf: è fondamentale per una federazione internazionale includere il buon governo nei suoi statuti. È un processo ambizioso ma se vogliamo mantenere l'unità e l'indipendenza dello sport in tutto il mondo, le federazioni internazionali devono avere regole chiare di buon governo; la maggior parte di noi sta lavorando per attuare queste regole entro le scadenze indicate dal Gaisf.”
Quali sono le maggiori sfide per lo sport nei prossimi anni?
“In questi tempi di pandemia è difficile parlare delle sfide dello sport in generale; la sfida più grande è superare questa pandemia. Tutte le federazioni internazionali hanno annullato la maggior parte degli eventi del 2020 e il nostro obiettivo è tornare a organizzare regolarmente eventi in modo che gli atleti di tutto il mondo possano competere ed esprimere le proprie capacità. Credo che la sfida più grande sia recuperare e aiutare gli atleti, i club e le federazioni nazionali: questa sarà la grande sfida delle federazioni internazionali; dobbiamo trovare il modo per aiutare i nostri affiliati; ci sono Paesi devastati dalla pandemia e abbiamo l'obbligo di aiutarli”.
Cosa vuole dire alla comunità del rafting in merito a questo 2021?
“Voglio dire che possiamo continuare a lavorare allo sviluppo del rafting; hai uno sport magnifico, con un futuro splendido; dove le attività ricreative e sportive si combinano molto bene. Sono sicuro che in breve tempo anche il rafting e la World Rafting Federation saranno riconosciuti dal Gaisf per poi vedere sempre più spesso proprio il rafting nelle competizioni internazionali con l’obiettivo di arrivare ai “cinque cerchi”.
In foto il Presidente Perurena (photo by WRF)
E’stato definito in tutti i suoi aspetti il calendario eventi F.I.Raft. per quanto riguarda il 2021. Una serie importante di date ed appuntamenti nazionali tra raduni, meeting e weekend dedicati anche all’agonismo.
Il mese di febbraio vedrà i nostri atleti solcare le acque della Dora Baltea in occasione del raduno organizzato a Ivrea, primo dei due appuntamenti che vedranno poi gli atleti delle squadre nazionali impegnati dal 20 direttamente in Valtellina. Il mese di marzo sarà invece dedicato in apertura al primo dei numerosi appuntamenti con la “Coppa Italia – Trofeo Parigi 2024”.
Con un occhio di riguardo alla situazione pandemica e alle conseguenti decisioni governative che potrebbero comunque modificare date e luoghi dei vari appuntamenti inseriti nel calendario eventi 2021, il mese di marzo vedrà un ulteriore raduno agonistico aperto a tutte le categorie tra il 13 e il 14 del mese.
Il mondiale in Francia inoltre ha spinto i vertici federali a programmare anche un raduno proprio tra le rapide che ospiteranno l’evento iridato. L’organizzazione è in fase avanzata, lo svolgimento del raduno dipenderà ovviamente dalla situazione legata al Covid-19 ma anche ai livelli d’acqua del periodo individuato per il raduno, tra l’1 e il 6 aprile. Agli eventi nazionali, ovviamente, la F.I.Raft. ha affiancato anche una programmazione internazionale basata sul calendario internazionale redatto dalla World Rafting Federation.
Anche in questo caso, vista la situazione pandemica attuale, non sono escluse eventuali modifiche che saranno comunicate con tempestività.
CLICCA QUI per visionare il calendario eventi F.I.Raft. 2021.
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Si è riunito ieri sera in videoconferenza il consiglio federale. Tanti i temi affrontati e di cui si è discusso, a partire dalla formazione della squadra dei nuovi delegati regionali, elemento importante per rinsaldare e mantenere costante il legame tra la F.I.Raft. e le varie compagnie sul territorio:
“Vogliamo essere presenti in maniera costante ed è questa una delle priorità che ciascun delegato dovrà tenere bene a mente - spiega il Presidente F.I.Raft. Benedetto del Zoppo - è importante che siano un punto di riferimento sia per il consiglio federale, ma anche e soprattutto per le varie compagnie del nostro paese”.
Nel corso della riunione, dibattuta e aperta al confronto e al dialogo, non sono mancati i riferimenti all’attività agonistica che avrà in questo 2021 appuntamenti di primissimo piano:
“I mondiali in Francia a fine giugno, situazione pandemica permettendo, non sono poi così distanti - aggiunge Del Zoppo - proprio per questo i raduni azzurri sono già iniziati; dopo la Liguria, teatro del raduno concluso pochi giorni fa, la squadra si ritroverà ad Ivrea. C’è voglia di far bene e di lavorare per raggiungere l’obiettivo. Al tempo stesso manteniamo i contatti con le compagnie chiamate a dar vita ai vari appuntamenti nazionali inseriti nel calendario di gare 2021. Step importanti per la crescita del movimento e della nostra Federazione”.
Tra gli altri temi discussi, spazio anche all’immagine della Federazione e a ciò che la F.I.Raft. farà da qui alle prossime settimane: “A breve uscirà un bando per incentivare l’attività di base ma non solo, con i dettagli in via di definizione che comunicheremo non appena pronto il tutto - conclude il Presidente - Contemporaneamente siamo al lavoro per dare una rinfrescata, anche in termini di immagine, a quello che come Federazione siamo diventati. Un’immagine rispondente a ciò che è oggi la F.I.Raft. e sulla quale stiamo lavorando, ricordando da dove siamo partiti e guardando a quello che vogliamo diventare”.