“Pensavamo a tutta un’altra storia”. Esordisce così Stefano Pellin direttore tecnico delle nazionali appena rientrato dei Mondiali in Indonesia, dove le due squadre hanno chiuso nella classifica generale dominata dalla Repubblica Ceca nelle Donne e dal Brasile negli Uomini, e che comprende le gare di Sprint, Testa-a-Testa, Slalom e Discesa, con il 10° posto per la squadra Femminile capitanata da Caroline Goodall e il 14° per la squadra Maschile guidata da Robert Schifferle.
“Sicuramente un poco più di fortuna non avrebbe fatto male” prosegue Pellin.” I ragazzi che erano arrivati sul fiume Citarik con una settimana di anticipo sulle gare si sono trovati fiume con pochissima acqua e quindi con caratteristiche completamente diverse da quelle che ci aspettavamo. Poi hanno cominciato ad avare i problemi fisici legati all’acqua del fiume e l’hanno avuto problemi di dissenteria. Ogni giorno almeno due del team erano a pezzi e costretti in branda e questo per tutta la settimana pre-gare. Poi quando siamo arrivati con la squadra Femminile, è capitato lo stesso con qualche ragazza, anche se in forma minore. È stata la costante di questo mondiale per tutte le squadre. Alla fine e noi è andata bene e chi ne ha sofferto l’ha fatto e livello di stomaco e di dissenteria. Altre squadre hanno avuto atleti con problemi molto più serie che hanno costretto qualche atleta ad essere ricoverato per disidratazione. È stato un mondiale complicato..
Quali squadre ti hanno impressionato?
Brasile e Nuova Zelanda tra gli Uomini. Sono il primo e il secondo in classifica generale ed erano una spanna in più di tutti. Anche se equipaggi come quello delle Repubblica Ceca che pure è fortissimo.
Com’è stata in generale l’organizzazione?
Le gare erano organizzate bene. Il problema è stato il livello del fiume che noi speravamo avesse più acqua Invece abbiamo trovato poca acqua e i due passaggi tecnici si sono rivelati fatali. Ci voleva tecnica ma anche fortuna. E nella gara Sprint sia con gli uomini sia con le Donne abbiamo avuto poca fortuna. C’era uno scivolo, un saltino e tutti e due i nostri equipaggi sono entrati un poco di traverso. Il gommone si è riempito d’acqua e ripartire e far svoltare il gommone ha significato secondi in più che si sono portati fin sul traguardo. Peccato perché fino a quel punto. E questo per dire le ragazze fino a quel punto le ragazze avevano lo stesso tempo di chi poi è andato a medaglia.
Nello slalom abbiamo visto una dell’equipaggio femminile in acqua...
È Caroline Goodall che è scesa in acqua sulla porta 8. Una porta molto difficile dove nella prima manche le ragazze si sono incastrate. Sul Citarik ci sono dei sassi completamente diversi da quelli cui siamo abituati. Noi in Europa se finisce sopra un sasso quello ti frena, ma il gommone un poco si muove. Li invece queste sassi molto porosi, come fossero di pietra pomice, e trattengono il gommone. I gommoni per questo avevano sul fondo delle strisce si gomma come protezione. I gommoni in pratica si incollavano sui sassi. Se ci finivi sopra unica soluzione era quella di scendere e di spostare il gommone. Dovevi alleggerire il gommone. Così nelle ragazze Caroline è scesa. Ma con l’acqua completamente marrone e torbida non vedevi il fondo. Ci poteva essere un palmo d’acqua o due metri. Lei è scesa ed è finita con l’acqua alle spalle ed stata portata via dalla corrente un 2-3 metri. Poi è risalita.
Ci racconti della Discesa?
La partenza era tipo rally con il count down di un minuto e dovevi tagliare la linea allo Zero. Se partivi prima prendevi una penalità. Una vera novità che è stata annunciata il giorno prima della gara. Nessuno l’ha provata ma noi, con gli Uomini eravamo sul posto abbiamo scoperto dov’era posizionata la linea di partenza. Abbiamo fatto un po’ di testa ed è venuta fuori una partenza perfetta. Credo che siamo stati l’unica squadra che ha interpretato in maniera giusta questo tipo di partenza. Gli Uomini sono partiti a 12 secondi dallo stop e sono arrivati sulla linea perfetti allo scoccare dello zero. Però subito dopo hanno toccato, hanno rallentato. Il Costa Rica li ha affiancati e spinti dalla linea. Sono finiti su un sasso e hanno rischiato di rovesciarsi. Così da primi si sono ritrovati ultimi a fare una gara all’inseguimento. Le Donne non avevano provato la partenza ma abbiamo fatto un piccolo ragionamento di potenza. Purtroppo per due spanne sono partite in anticipo e hanno preso un 50 di penalità. Se non c’era quello erano attorno al settimo posto.
Ora che succede?
Dovremo analizzare con il presidente e con Benedetto Del Zoppo, vicepresidente e che era anche lui in Indonesia come tecnico, questo mondiale. Capire se e dove ci sono stati degli errori. Cosa abbiamo sbagliato perché così è difficile capirlo. La preparazione è stata fatta bene, gli atleti hanno lavorato bene, le gare di confronto fatte all’estero con altre nazioni erano andate bene. I presupposti erano tutti buoni.